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Medici italiani verso il Regno Unito, NON è la Brexit

Sono sempre di più i giovani, e meno giovani, italiani che decidono di spostarsi oltreconfine per un periodo lungo o breve, o anche definitivamente. Questa tendenza non si è ridotta nel tempo, anzi, è aumentata. A fine 2018 gli italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe italiani residenti all’estero) sono arrivati a oltre 5 milioni, registrando un aumento del 64,7% negli ultimi 12 anni. Per non parlare di quelli non registrati.

Cambiare, non cambiare, partire o restare, questo è il dilemma. Settembre è in genere un momento nel quale si fanno i conti con il proprio futuro. L’estate finisce, si torna alle solite attività di studio e/o lavoro. Si intensifica la ricerca di nuove opportunità professionali e formative, ci si reinquadra e si rientra negli argini della propria quotidianità. Oppure si può decidere di dare alla propria vita una nuova direzione.

E come orientarsi di fronte alle tante possibilità offerte dal mercato? A chi fare riferimento a seconda della propria professione o disciplina? Di chi fidarsi?

Storie di italiani all’estero, il caso dei giovani medici

Uscire dagli schemi e dalla zona di comfort per migliorare la propria condizione o, semplicemente, per arricchire il proprio bagaglio di esperienze è ormai un’abitudine per i giovani dei nostri tempi. Di storie di italiani che emigrano ne conosciamo fin troppe.

E forse sono proprio le storie degli altri, alle quali riusciamo ad accedere grazie ai tanti spazi offerti dal web (blog tematici, forum), a legittimare le nostre “follie” e ambizioni di cambiamento. Sappiamo però anche che il web è un meraviglioso spazio da prendere con le pinze. È facile affidarsi a chi dispensa consigli o giudica in base alle proprie esperienze personali, ma è altrettanto facile avventurarsi in modo poco ponderato in situazioni più grandi di noi.

Tra tutti questi “avventurieri” noi riserviamo un occhio di particolare riguardo per i giovani medici specializzandi. E sono tanti quelli che vorrebbero andare, e ci vanno, all’estero per cercare maggiore fortuna.

Lavorando da tanto tempo con i professionisti sanitari italiani ci rendiamo conto di quanto possa effettivamente essere impervio il loro percorso, in un contesto poi non del tutto favorevole. Ragion per cui, attraverso il progetto Work 4 U, proviamo ad andare incontro alle loro ambizioni creando un network con una serie di professionisti sanitari che lavorano nel Regno Unito, uno dei tanti Paesi satellite del progetto.

Work 4 U, lavorare come medico in Inghilterra

Il Regno Unito è sempre stata una meta ambita per i giovani italiani, anche medici. È vicina, si impara l’inglese, ed è famosa per il suo cosmopolitismo e dinamismo nei vari settori. Le realtà anglosassoni poi sono conosciute per il loro modo di considerare in maniera univoca i vari lavoratori, apprezzandoli per i loro meriti e dando loro la possibilità di crescere professionalmente ed economicamente.

Nel nostro Bel Paese al contrario il panorama in cui i giovani medici devono confrontarsi non è dei migliori. Esistono poche borse di studio disponibili, c’è una forte discontinuità nella gestione della Sanità e prosegue la lotta contro il blocco delle assunzioni.

Al di là dell’esperienza, quindi, ciò che conta per molti medici italiani è trarre dei frutti dai loro lunghi anni di studio e dalla loro professione.

E la Brexit?

Negli ultimi dieci anni se ne sono andati circa 10.000 medici italiani dai 28 ai 39 anni, per una media di 1.500 l’anno.

Ma non sarà dopo il prossimo 31 ottobre, data in cui è programmata l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, che questa tendenza diminuirà, anzi.

La ricerca di personale sanitario italiano probabilmente aumenterà.
In Inghilterra, ad esempio, c’è una forte carenza di medici e infermieri, oltre che di figure tecniche. Inoltre, con i prepensionamenti nel 2020 per il 50% del personale attuale, l’abolizione delle borse di tirocinio del NHS (il Sistema Sanitario Nazionale nel Regno Unito) e la crisi bancaria seguita al voto della Brexit c’è una sempre maggiore richiesta di personale italiano, la cui formazione gode di grande prestigio all’estero.

Alla luce di questa situazione Work 4 U mette in contatto medici italiani e strutture sanitarie nel Regno Unito, e non solo, facendosi carico di una serie di procedure necessarie al trasferimento.

Fonti:

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